martedì 31 gennaio 2012

1984.

Nell'incavo della sua mano, il fianco della ragazza era morbido e caldo. La attirò a sè, di modo che fossero petto contro petto. Il corpo della ragazza parve fondersi nel suo e le sue mani, ovunque si poggiassero, non incontravano resistenza, come se s'immergessero nell'acqua. Le loro labbra si cercarono, e non furono più i baci impacciati che si erano scambiati prima. Quando i volti si staccarono, emisero entrambi un profondo sospiro. [...] Il cuore di Winston ebbe un balzo. Dunque Julia lo aveva fatto dozzine di volte. Bene, avrebbe voluto che lo avesse fatto centinaia, migliaia di volte. Tutto ciò che lasciava trasparire corruzione gli trasmetteva una speranza sfrenata. Chissà, forse sotto la superficie il Partito era marcio, forse il suo culto della fermezza e della rinuncia era una mistificazione che serviva solo a occultare l'iniquità. Con quanta gioia, se ne avesse avuto i poteri, avrebbe inoculato la lebbra o la sifilide in tutto il Partito! Con quanta gioia avrebbe fatto uso di tutto ciò che potesse farlo imputridire, infiacchire, che potesse minarne le fondamenta! L'attirò giù. Erano in ginocchio, faccia a faccia.
"Ascolta. Più sono gli uomini che hai avuto e più ti amo. Capisci quel che voglio dire?"
"Perfettamente."
"Odio la purezza, odio la bontà! Voglio che la virtù non esista in nessun luogo, e che tutti siano corrotti fino al midollo."
"E allora, caro, dovrei essere proprio il tipo che fa per te, perchè io sono corrotta fino al midollo."
"Ma ti piace? Non sto solo dicendo se ti piaccio io, voglio sapere se ti piace fare l'amore in quanto tale."
"L'adoro."
Era soprattutto questo che voleva sentirle dire. Non il semplice amore per una persona, ma l'istinto animale, il desiderio indifferenziato, nudo e crudo. Era questa la forza che avrebbe mandato il Partito in pezzi. L'attirò a sè sull'erba, fra le campanule cadute.

George Orwell - 1984

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