domenica 29 maggio 2011

Allenare la mente.

Concentrazione e memoria, due cose su cui devo lavorare.
"Uffa, la mia memoria fa schifo!"
"Che palle, la concentrazione mi dura 10 minuti e poi va a farsi benedire!"
Sono frasi che pronuncio regolarmente quando mi metto davanti ai libri, e sono sicura di non essere l'unica.
Ed ecco che mi viene in soccorso un articolo di Alessandro Malpelo su La Nazione.

Memoria e capacità di concentrazione si possono sviluppare nell'età adulta. Come conservare le nostre potenzialità? L'importante è solleticare la curiosità, gli interessi e coltivare la freschezza delle facoltà intellettuali. Già, facile a dirsi. Espedienti per mantenere in efficienza il cervello sono noti, dall'enigmistica alla lettura, dai videogame interattivi al coaching. Alberto Angela, in collegamento con Fabrizio Ferrari, direttore della Neonatologia del Policlinico di Modena, ha mostrato su Ulisse come i neuroni siano duttili fin dalla più tenera età.
Su questi temi si inserisce ora una campagna di divulgazione promossa da Assomensana. Giuseppe Alfredo Iannoccari, il presidente dell'associazione, riassume così le regole d'oro per migliorare il proprio approccio mentale con l'esistenza: "Leggendo il giornale, soffermarsi sulle notizie a carattere positivo. Fare esercizi di mimica facciale sorridendo, in questo modo i muscoli del volte rinviano segnali piacevoli al cervello. Due volte al giorno, respirare profondamente e rilassarsi. Trovare occupazioni che consentano di stare con altre persone, condividere scopi e obiettivi positivi. A fine giornata ripensare alle cose felici. Durante la conversazione, evitare le espressioni lamentose." Insomma, la ginnastica per la mente è fatta di tante piccole accortezze, in un mix di memoria e attenzione. Altre regole si possono trovare nel vademecum di Assomensana, facilmente scaricabile dal web.
Una buona salute mentale favorisce infine la longevità. In una ricerca dell'Università della Georgia su un campione di 244 ultracentenari monitorati dal 2001 al 2009 si è visto che avevano sviluppato tutti un pensiero positivo. Uno dei principali tratti distintivi dei centenari è quello di assumere un atteggiamento positivo verso la vita e di avere una notevole capacità di adattamento nei confronti delle mutate esigenze personali e ambientali, dimostrando una spiccata flessibilità. Come conferma Iannoccari: "Queste attitudini influenzano e permeano tutte le altre dimensioni esistenziali. Infatti consentono di attenuare gli stati di stress cattivo (distress), dovuti agli eventi sfavorevoli (quali lutti, precarietà e malattia), e di far fronte alle avversità, attingendo alle risorse personali".
"Un atteggiamento positivo - conclude lo specialista - è favorevole all'allungamento della vita anche perchè permette di aderire con fiducia alle prescrizioni dei professionisti della salute per ottenere il miglior trattamento possibile (compliance) in caso di malattia".
Dunque teniamo il cervello in anzione, sempre, senza metterlo in parcheggio. Ci darà la spinta giusto per conservare in efficienza fisica anche tutti gli altri organi.

Positività, un'altra cosa su cui devo lavorare. Decisamente.

Fonti: La Nazione

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