giovedì 26 maggio 2011

Anche la luce inquina.

Anche quest'anno si è tenuto dal 20 al 22 maggio la mostra Terra Futura, alla Fortezza da Basso di Firenze. Si tratta di una grande mostra-convegno strutturata in un’area espositiva e in una serie di appuntamenti culturali, quali convegni, seminari, workshop, laboratori e momenti di animazione e spettacolo. Nata dall’obiettivo comune di garantire un futuro al nostro pianeta, la manifestazione mette al centro le tematiche e le “buone pratiche” della sostenibilità sociale, economica e ambientale, attuabili in tutti i campi: dalla vita quotidiana alle relazioni sociali, dal sistema economico all’amministrazione della cosa pubblica.

Tra i tanti incontri, uno che ha attirato la mia attenzione è stato quello sull'inquinamento luminoso e la buiometria. Personalmente ammetto di non aver mai pensato all'illuminazione artificiale in questi termini; sapevo dell'esistenza di questo tipo di inquinamento, ma non ci avevo mai riflettuto attentamente.

L'inquinamento luminoso è un'alterazione dei livelli di luce naturalmente presenti nell'ambiente notturno. Questa alterazione, più o meno elevata a seconda delle località, provoca danni di diversa natura: ambientali, culturali ed economici. La definizione legislativa più utilizzata lo qualifica come "ogni irradiazione di luce diretta al di fuori delle aree a cui essa è funzionalmente dedicata, ed in particolare verso la volta celeste".

L'illuminazione è elemento fondamentale del microclima in quanto concorre al benessere degli ambienti di vita e di lavoro.
La luce, infatti, ricopre un ruolo importante per vista, sfera psichica, azione antibatterica e antianemica. Un uso scorretto di illuminazione può provocare nella persona danni talvolta irreversibili: cefalea, bruciore agli occhi e disturbi della vista a causa dell'istintivo avvicinamento all'oggetto con illuminazione scarsa; vertigini, cefalea, lacrimazione, visione abnorme o diminuzione della vista in caso di intensa illuminazione. Esiste inoltre il fenomeno dell'abbagliamento il quale può essere provocato dalla sorgente luminosa per azione diretta, o da superfici fortemente riflettenti per azione indiretta.
Tra i danni ambientali si possono elencare: difficoltà o perdita di orientamento negli animali (uccelli migratori, tartarughe marine, falene notturne), alterazione del fotoperiodo in alcune piante, alterazione dei ritmi circadiani nelle piante, animali ed uomo (ad esempio la produzione della melatonina viene bloccata già con bassissimi livelli di luce). Recentemente è stato scoperto un nuovo fotorecettore che non contribuisce al meccanismo della visione, ma regola il nostro orologio biologico. Il picco di sensibilità di questo sensore è nella parte blu dello spettro visibile. Per questo le lampade con una forte componente di questo colore (come i LED) sono quelle che possono alterare maggiormente i nostri ritmi circadiani.
Il danno culturale principale è dovuto alla sparizione del cielo stellato dai paesi più inquinati, cielo stellato che è stato da sempre fonte di ispirazione per la religione, la filosofia, la scienza e la cultura in genere.
Fra le scienze più danneggiate dalla sparizione del cielo stellato vi è senza dubbio l'astronomia sia amatoriale che professionale; un cielo troppo luminoso infatti limita fortemente l'efficienza dei telescopi ottici che devono sempre più spesso essere posizionati lontano da questa forma di inquinamento.
Il danno economico è dovuto principalmente allo spreco di energia elettrica impiegata per illuminare inutilmente zone che non andrebbero illuminate, come la volta celeste, le facciate degli edifici privati, i prati e i campi a lato delle strade o al centro delle rotatorie. Anche per questo motivo uno dei temi trainanti della lotta all'inquinamento luminoso è quello del risparmio energetico. La spesa energetica annua per illuminare l'ambiente notturno è dell'ordine del miliardo di euro, non contando le spese di manutenzione degli apparecchi, sostituzione delle lampade, installazione di nuovi impianti.

In questo contesto si inserisce la Buiometria Partecipativa, un progetto di carattere scientifico ed educativo per combattere l’inquinamento luminoso. I creatori di questo sito hanno l’obiettivo di consentire a chiunque di contribuire a misurare l’inquinamento luminoso. Il progetto, nato nel 2008, invita gli utenti a contribuire alla raccolta di misure di qualità del cielo notturno in tutta Italia, per creare in questo modo il primo database italiano di misure sull’inquinamento luminoso, sensibilizzando nel frattempo le persone coinvolte nella raccolta dei dati.
I modi per ridurre questi problemi sono svariati e sono regolati da normative regionali sulla progettazione degli impianti luminosi di strade, piazze, edifici, campi sportivi. Durante l'incontro è stato spiegato, per esempio, che moltissimi del lampioni usati per l'illuminazione delle strade non fanno che aumentare l'inquinamento luminoso, perchè a causa del loro orientamento molta della luce viene "sprecata" e dispersa verso il cielo.
Qui sono elencati alcuni degli accorgimenti da seguire nella costruzione degli impianti di illuminazione.

Bè...c'è da lavorare veramente tanto per salvare il nostro pianeta.

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