sabato 23 luglio 2011

Music's the only rule.


Le luci si accendono.
Comincia l'intro musicale.
Il pubblico è in visibilio.
You, you got a nasty reputation.
Urla entusiaste e grida liberatorie, perchè l'attesa è stata snervante.
So tell me: is it true? They say there ain't nobody better.
Alle 21 del 17 luglio, a Udine, ha inizio l'unica tappa italiana del tour dei Bon Jovi.
Raise your hands, when you want to let it go! Raise your hands, and you want to let a feeling show!

La partenza è fissata alle 8.30 da Firenze Certosa, con Rockerbus Italia.
Arrivo e mi trovo davanti due pullman bianchi. Secondi di smarrimento. Ah no, ci hanno detto che quello nostro è Volvo!
Due minuti dopo mi raggiungono M, Gi e il suo amico Ga. Messe le borse con i vestiti di ricambio (data la tempesta prevista) nel portabagagli, ci accaparriamo i posti a sedere e via, si parte!
Sono previste varie tappe per raccattare gli altri passeggeri, una sosta bagn/caffè e una pausa pranzo. Quindi tra una cosa e un'altra arriviamo ad Udine verso le 15.30.
Ma è ancora prestissimo. Il concerto inizia alle 21, e non è nostra intenzione stare in fila sotto il sole cocente per tutte queste ore.
Per fortuna Gi è stato ad Udine svariate volte per diversi concerti, quindi ci porta in un parco là vicino. Passiamo le successive tre ore seduti ad un tavolino all'ombra degli alberi, a dissetarci, mangiare ghiaccioli e chiacchierare, con sottofondo musicale dei Bon Jovi, alternato ai Subsonica.
Tappa al bagno, e per le 18.30 siamo allo Stadio Friuli. Il tempo davanti a noi sembra ancora infinito, ma mangiando i panini, facendo foto, barboneggiando per terra e ascoltando il gruppo di apertura, arriva presto il momento tanto atteso.

Raise your hands, when you want to let it go! Raise your hands, and you want to let a feeling show!
Cinque cinquantenni avvolti nei vestiti di pelle nera fanno la loro entrata sul palco. Con la loro musica sono capaci di unire diverse generazioni, diversa nazionalità di fans.
Suonano i grandi successi storici, ma anche le hit degli ultimi anni.
Il pubblico partecipa attivamente, canta, urla, risponde alla voce di Jon che lo incita.
It's alright!   It's alright!
It's alright!   It's alright!

Una goccia d'acqua mi bagna il viso. La tanto temuta pioggia, dopo averci risparmiato per tutto il giorno, è arrivata. Ma non sarà certo lei a rovinarci lo spettacolo. Il concerto va avanti, il pubblico coperto dai k-way, il gruppo fradicio che va avanti imperterrito.

Sitting here wasted and wounded at this old piano...Trying hard to capture the moment this morning I don't know...
Bed Of Roses. Una delle mie preferite.
Tonight I won't be alone but you know that don't mean I'm not lonely...I've got nothing to prove for it's you that I'd die to defend.
Gli occhi lucidi, una lacrima riga la mia guancia, nascosta dalla pioggia.

Tre ore dopo l'inizio del concerto, i Bon Jovi ci salutano. Non è possibile, non hanno fatto Always!
Always! Always! Always!
La richiediamo a gran voce. E veniamo accontentati.
There ain't no luck in these loaded dice but baby if you give me just one more try, we can pack up our old dreams and our old lives, we'll find a place where the sun still shines...
Nel frattempo la pioggia è cessata.
And I know, when I die you’ll be on my mind and I’ll love you always...
Scende un'ultima lacrima, che questa volta non si confonde più con le goccie di pioggia.
Ma resta lì, visibile, prova del fatto che la musica può regalare emozioni indescrivibili.

2 commenti:

  1. La pioggia ha reso tutto più magico. Quanto è che aspettavo questo momento...ne è valsa la pena come non mai, riaspetterei ore ed ore pur di rivivere uno spettacolo del genere!

    Hem...comunque soltanto il batterista ha sessanta anni, gli altri sono tutti più giovani fino ad arrivare al più "piccolo" ovvero Jon Bon Jovi che ne ha 49 :)

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  2. Oddio, volevo scrivere cinquantenni infatti :/ Forse il fatto che "cinque cinquantenni" suona male mi ha sviata :P

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